Il Principio dell'Adattabilità

Nel 1859, Charles Darwin pubblicò la sua opera “L’Origine delle Specie” in cui elaborava la sua teoria riguardo l’aspetto evoluzionistico degli esseri viventi. Osservando le varie specie animali e i reperti fossili che aveva trovato nelle sue spedizioni, Darwin notò che alcune specie avevano dei tratti comuni che col tempo si erano diversificati sempre di più, favorendo quelli che erano più utili e permettevano di adattarsi meglio all’ambiente circostante. Questo concetto portò a un acceso dibattito con il mondo religioso, poiché dimostrava come gli animali non fossero stati creati così da Dio, bensì che fossero il frutto di una lenta e casuale ricombinazione genetica che portava le specie a cambiare nel corso dei millenni.

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Una nuova ideologia si scontrò con una vecchia ideologia, dando inizio ad un nuovo modo di vedere e imparare a conoscere la vita. Molti hanno interpretato il concetto di evoluzione come sopravvivenza del più forte, pensando che fosse la specie predominante ad avere la meglio sulle altre, che ha portato gli uomini ad agire su una base competitiva (“morte tua, vita mia”). Non c’è dubbio che vedere il mondo attraverso questa lente possa migliorare le probabilità di sopravvivenza, ma al centro dell’obiettivo c’è sempre l’individuo.

In realtà quello che possiamo osservare in natura, che aveva notato anche Darwin, è che a sopravvivere non è necessariamente il più forte, bensì la specie che è in grado di adattarsi meglio. Il concetto di adattabilità è molto profondo e può assumere diverse sfaccettature, ma ciò che dobbiamo prendere in considerazione è che per poterci essere un adattamento, deve esserci la possibilità di cambiamento, e il cambiamento è sempre inteso come dinamico. Ciò che resta statico non è adattabile per definizione, e Darwin ha dimostrato come ciò che non è adattabile non viene tramandato nelle specie future, cioè  è destinato a terminare.

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L’adattamento serve quando le condizioni interne o esterne cambiano, dato che la vita in sé è in continuo cambiamento. Nulla resta mai uguale. Proprio per questo motivo la nostra fisiologia si è creata ed evoluta per favorirne l’adattabilità alle varie situazioni che ci capitano. Ad esempio, la pressione sanguigna subisce un calo temporaneo quando ci alziamo dopo che siamo rimasti sdraiati e subito si attivano dei percorsi neuro-chimici che permettono alla pressione di aumentare fino a creare uno stato di equilibrio, dove tutti i nostri processi fisiologici possono funzionare come devono, e questo avviene nell’arco di pochi secondi. Oppure possiamo anche pensare a quando stiamo guidando e con la coda dell’occhio vediamo che un altro automobilista non ha rispettato lo stop, in un attimo siamo in grado di frenare ed evitare un incidente, il tutto in maniera quasi automatica. Questi tratti caratteristici ci hanno permesso di sopravvivere più a lungo, e quindi verranno tramandati nelle generazioni future.

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Tutti questi cambiamenti sono avvenuti lentamente nel corso dei millenni e nella maggior parte delle volte in maniera casuale. Adesso però siamo in un punto della nostra evoluzione dove siamo in grado di capire questi concetti e utilizzarli a nostro vantaggio. In situazioni di grossi cambiamenti, la qualità di adattamento viene messa a dura prova, e gli individui che sono in grado di adattarsi saranno quelli che sopravvivranno. Chi prova a competere in situazioni difficili ha molte meno probabilità di avere successo, mentre quelli che imparano a collaborare troveranno sempre soluzioni più sostenibili, in cui l’obiettivo primario non sarà più la sopravvivenza del singolo individuo ma quella della comunità. Quando si crea un benessere comune, la qualità della vita migliora.

In questa situazione, dove siamo costretti a stare in casa e a sospendere la routine della nostra vita frenetica, abbiamo la possibilità di capire come possiamo fare per adattarci a questa situazione e a quella che ne verrà dopo, perché chi non è in grado di cambiare sarà destinato a non avere successo nella vita post-quarantena. Ogni situazione difficile porta in sé il seme dell’opportunità, basta solo essere aperti e disposti a cambiare per poter avere successo negli eventi che verranno. Questo è utile nella vita privata e nel lavoro. In tempi di crisi tante persone e aziende sono riuscite a venirne fuori meglio di prima, ma hanno tutte avuto la prerogativa di essere disposte ad adattarsi.

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Per ognuno di noi l’adattamento assume significati diversi e ognuno dovrà adattarsi a situazioni uniche, che siano nella vita privata o nel lavoro, ed è quindi impossibile trovare una soluzione per tutti. Se si va cercando una soluzione “esterna” si rischierebbe di continuare a cercare senza mai trovare la soluzione giusta, che è possibile trovarla solo dentro di noi attraverso la riflessione. La meditazione è un ottimo strumento per trovare queste risposte, a volte capitano facendo una passeggiata o vivendo un’emozione molto forte, ma resterebbero soltanto delle idee se non venissero applicate.

Quello che fa la Chiropratica è aiutare il sistema nervoso a funzionare ad un livello di coerenza e adattabilità sempre maggiore, rimuovendo le interferenze (sublussazioni vertebrali) sulla trasmissione del segnale neurologico fra il cervello e ogni singola cellula del corpo umano, sfruttando il concetto naturale di auto-regolazione per il raggiungimento dell’equilibrio funzionale (omeostasi). In presenza di interferenze, il sistema nervoso non è in grado di processare tutte le informazioni esterne per elaborare la strategia migliore alla sopravvivenza, rischiando quindi di farci reagire con le vecchie strategie che abbiamo sempre utilizzato e senza creare cambiamenti utili alla nostra crescita. Infatti in una società dove la sopravvivenza non è più un tema principale, visto che i pericoli legati alla possibilità di morire sono ridotti al minimo, comincia ad assumere un ruolo centrale la qualità della vita. La sopravvivenza potrebbe quindi essere equiparata ad essere felici, ad avere un lavoro che porta soddisfazione, all’apprezzare la famiglia e le amicizie.

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Il tema ricorrente nella storia biologica della vita è proprio il concetto di evoluzione e siamo a un punto della storia dove questo cambiamento può avvenire consapevolmente. Bisogna partire con l’idea che il cambiamento avviene prima dentro di noi e poi lo vediamo accadere fuori da noi, nei nostri comportamenti, nelle interazioni che abbiamo con le persone che ci circondano e sull’idea che abbiamo di noi stessi. L’importante è trovare il tempo per staccare dalla routine e riflettere su ciò che dobbiamo fare per migliorare la nostra condizione.